Qualche riflessione personale

Ormai è assodato che ci troviamo in una situazione di emergenza climatica senza precedenti e dalla quale non usciremo senza l’assunzione di politiche forti che tolgano il potere dalle mani di coloro che hanno creato e continuano a distruggere il pianeta in cui viviamo. 

L’emergenza sanitaria è uno dei tanti risvolti che la devastazione dell’ambiente e della biodiversità ci hanno portato ma che noi stessi abbiamo creato. 

Se fino a pochi decenni fa, l’attenzione delle lotte era rivolta quasi esclusivamente ai problemi legati alle implicazioni sociali del lavoro, oggi si capisce come ingiustizia sociale, impoverimento della popolazione, crisi sanitarie e crisi ambientali siano tutte tra loro correlate e quanto sia necessario che le politiche cambino direzione.

Uno tra i primi passi che la politica deve iniziare a percorrere è la tutela del diritto dei popoli ad avere cibo salutare prodotto attraverso metodi ecologici e sostenibili. In altre parole, la politica deve garantire ai cittadini l’autodeterminazione o sovranità alimentare mettendo al centro delle proprie strategie politiche le aspirazioni e i bisogni di coloro che producono, distribuiscono e consumano in maniera sostenibile.

Per garantire questo diritto, il sostegno alle reti alimentari contadine è di fondamentale importanza. E’ necessario comprendere che la rete contadina si fonda anche sul riconoscimento reciproco tra produttori e consumatori di un comune impegno verso la costruzione di una relazione armonica con l’ambiente e le risorse naturali che garantisca anche un vivere più equo.

La politica deve quindi indirizzare i suoi interventi su entrambi gli attori in campo: produttori e consumatori. Intervenire parzialmente significherebbe non solo una svalorizzazione del sistema Rete Alimentare Contadina ma anche un potenziale insuccesso della politica eventualmente attuata con sostegni sbilanciati verso una sola parte.

Se si guarda al consumo oggi, è evidente come la maggior parte della popolazione si rifornisca nella GDO. Non servono grande analisi di dati per capirlo, basta guardarsi intorno e vedere le lunghe file ai supermercati e nei discount. Inoltre, Le politiche riguardanti il contenimento dell’infezione da Covid19 hanno aumentato esponenzialmente l’uso di questi canali. Il riconoscimento ai supermercati come unico luogo sicuro in epoca pandemica rappresenta una delle scelte politiche sbagliate rispetto alle quali chiediamo ci sia una inversione di rotta.

In esse il legislatore fa finta di ignorare che cosa sia veramente la GDO, la quale, come più studi dimostrano, è diventata un sistema insostenibile a livello ecologico. Inquinamento derivante dal trasporto dei prodotti, spreco risorse all’interno dei supermercati, eccessiva produzione di imballaggi, rifiuti da lavorazione eccessivi, uso smisurato di prodotti detergenti altamente tossici per l’ambiente, spreco di cibo. Il tutto edulcorato da programmi fedeltà e campagne promozionali che fanno credere al consumatore che supermercato sia sinonimo di convenienza e qualità.

E qui entra in gioco la politica.

Accanto ai fondi e i sostegni per i produttori, occorre che l’amministratore definisca dei programmi atti a diffondere consapevolezza e responsabilità sociale nelle cittadinanza.

Il livello di conoscenza e consapevolezza riguardo lo stato della sicurezza alimentare e nutrizionale  e l’impatto delle filiere alimentari industriali e convenzionali sui cambiamenti climatici e l’emergenza ecologica è tutt’oggi molto basso. Una maggiore consapevolezza sull’impatto sociale e ambientale delle abitudini alimentari individuali, così come l’importanza della corretta alimentazione per la salute e per la giustizia sociale, è la chiave per fare in futuro scelte consapevoli. Le amministrazioni regionali possono assumere un ruolo fondamentale nel diffondere informazione ed educazione alla sostenibilità agroecologica.

Le Reti Alimentari Contadine sono garanti della QUALITA’ (che non si traduce in uniformità e stabilità di un prodotto) del cibo che mangiamo. Le Reti Alimentari Contadine rappresentano la vera CONVENIENZA, poiché esse si pongono a tutela dell’ambiente e della salute. Questo ciò che la politica deve diffondere.

In contrasto al binomio qualità/convenienza= supermercato, l’informazione istituzionale deve supportare le Reti Alimentari Contadine, diffonderne le pratiche, aumentare la comunicazione diretta col consumatore dando rilevanza ai produttori e alle loro storie, alla qualità e alla cura dei prodotti, alla qualità e alla cura del territorio, alla dimensione etica delle aziende dei produttori e alla dimensione etica e sociale dei luoghi di scambio dei prodotti. 

La testimonianza di molti attori dell’economia solidale è di una presa di coscienza dopo una giusta formazione sugli argomenti. Molte e molti di noi hanno scelto di non finanziare più col proprio denaro sistemi distruttivi per il pianeta. 

Riteniamo che più tutte e tutti saranno informati su quanto sta accadendo, più avremo cambiamento radicale nella scelta dei luoghi di consumo.

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