Zhuang-zi

Zi-gong,dopo essersi recato nel principato di Chu,tornava verso quello di Jin.Passando a sud del fiume Han,vide un vecchio intento a lavorare il suo orto.

Quell’uomo scendeva lungo un tunnel fino al pozzo,ne usciva con la giara colma d’acqua e la vuotava nei canaletti delle sue aiuole.Lavoro faticoso e di

scarso risultato. Zi-gong gli disse:<Se aveste una macchina che riuscisse a irrigare centi aiuole al giorno,non vorreste servirvene?>

<Come è fatta ?> chiese il giardiniere levando lo sguardo su Zi-gong.

< è una macchina di legno cavo,pesante dietro e leggera davanti,con la quale si tira su l’acqua come si potrebbe fare con la mano,ma così velocemente

che l’acqua trabocca ribollendo dal secchio: questa macchina si chiama “Pozzo a bilanciere”

Il giardiniere si adirò, cambio colore e con schermo disse:

<Ho imparato questo dal mio maestro: chi si serve di macchine, usa dei meccanismi e il suo spirito si meccanizza. Chi ha lo spirito meccanizzato non

possiede più la purezza dell’innocenza e perde la pace dell’anima. Non ignoro i pregi di questa macchina, ma avrei vergogna a servirmene.

Zhuang-zi (Milano 1982)

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