Ecco le risposte dei candidati alle elezioni comunali di Bologna 2021 pervenute tramite social media sino al 20 settembre
Fausto Tomei – candidato di Coalizione Civica
SOSTENERE I MERCATI CONTADINI CampiAperti – Associazione per la Sovranità Alimentare insieme a Camilla, Arvaia e le altre realtà legate alle reti alimentari contadine chiedono che i candidati alle prossime elezioni esprimano la loro opinione sul tema dei mercati e reti contadine.Credo sinceramente che l’opinione non solo mia, ma di tutta Coalizione Civica Bologna e di tutti i candidati della lista sia chiara e unanime, come dimostra la nostra azione di sostegno in questi anni, anche durante la pandemia.Personalmente nei dieci anni che ho passato nel quartiere Porto-Saragozza questo è stato uno dei pochi punti su cui non ho mai avuto dubbi, non è forse un caso che ora nel quartiere vi siano tre mercati contadini: al Pratello il sabato, in via Tolmino (ma ora temporaneamente in via Marzabotto) il lunedì e in via Felice Battaglia il mercoledì. Oltre al Mercato Ritrovato in via Azzo Gardino, che è gestito da un altro nostro candidato: Giorgio Pirazzoli.I mercati contadini, come i gruppi di acquisto solidale, gli empori di comunità, i negozi di vicinato, le nuove realtà contadine in collina sono tutti tasselli chiave per ricostruire un rapporto sano con il prodotto e il produttore, sostituire la catena industriale, ridurre sprechi ed emissioni.Ma c’è un altro valore che queste realtà ricostruiscono, che è la DIGNITA’.Qui per una volta devo scendere nel personale e chi mi conosce sa che lo faccio raramente. Io vengo da una famiglia di contadini che è riuscita a passare, grazie solo al lavoro, dalla povertà e mezza schiavitù della mezzadria al poter mandare il figlio all’Università. Da piccolo accompagnavo a volte al mercato mio padre, che lavora un sacco tuttora ed è parecchio testardo (questa seconda dote probabilmente l’ho acquisita). Lui aveva una regola ferrea: se il grossista proponeva un prezzo troppo basso, preferiva non vendere. “Piuttosto che dartele a questo prezzo, le sparguglio per la città” diceva in dialetto, che purtroppo non so riportare.E così faceva veramente: caricava le casse sulla Renault 4, cercava qualche punto buono in città, le appoggiava sul marciapiede e lasciava lì susine, fagiolini, ciliegie, lasciando che chi voleva se le prendesse.Ecco, spargere mercati contadini per la città è anche ricostruire ciò che la grande distribuzione ha distrutto: la dignità del produttore e del suo lavoro.#sovranitàalimentarebologna21#ilfuturoèunascelta ecologista#scriviTomei
Dora Palumbo – candidata sindaco di Sinistra unita per Bologna
IN RISPOSTA A CAMPI APERTI/1Nei tempi concitati di questa campagna elettorale, che riflettono poi i tempi di vita quotidiani a cui siamo abituat*/sottopost*, è stato bello trovare sui social la vostra lettera, e respirare dei tempi di dialogo diversi. Spero perciò di riuscire a rispondere con gli stessi ritmi a questa vostra prima lettera, “una premessa” come l’avete definita, lasciandomi spazio per rispondere punto per punto alle lettere che seguiranno. Anche io inizio con una premessa, perché mi sembra giusto condividere il mio posizionamento politico rispetto a queste elezioni, così da dare un senso a questa risposta e a quelle che seguiranno. Anche io non so ancora chi governerà Bologna dopo le elezioni, anche se un’idea abbastanza chiara sembra emergere. Purtroppo, mi sembra evidente che al netto dei risultati dei singoli partiti entrambe le liste in lizza per la maggioranza sono esponenti di una politica neoliberale che rispetto alle tematiche ambientali è incapace di offrire risposte e soluzioni. È vero che all’interno di queste liste ci sono anche partiti e realtà come Coalizione Civica Bologna che su questi temi hanno una sensibilità maggiore, e con cui in passato ho condiviso battaglie politiche importanti. Hanno fatto una scelta che non condivido, e potrei argomentare lungamente ma la sintesi è che non credo che sia possibile curare dall’interno il neoliberismo. Sarei felice di essere smentita dalle politiche dei prossimi anni, ma mi sembra di vederne già le conferme nell’accordo sul passante. Di certo, spero però che nei prossimi anni potrò continuare a rappresentare una voce di opposizione alle politiche neoliberali, magari con il supporto di altr* candidat* di Sinistra Unita per Bologna. Condivido l’urgenza che esprimete rispetto all’emergenza climatica e ambientale in atto, che purtroppo come tutto in questa società si esprime in maniera diseguale colpendo maggiormente alcune fasce di popolazione. Forse per questo continua ad aleggiare l’illusione che questa emergenza non sia tale, che la risposta sia rimandabile o il problema risolvibile con qualche lieve aggiustamento del sistema produttivo e sociale che lo ha prodotto. Non penso che la risposta a questo problema possa essere trovata nel sistema che lo ha prodotto, che purtroppo ha la capacità di reinventarsi e riproporsi in ottica green, di fatto nascondendo sotto il tappeto le falle sempre più ampie che si aprono quotidianamente. Non credo che ci siano soluzioni facili, capaci di tenere insieme la dimensione globale e locale della questione ambientale, della produzione e distribuzione del cibo, della qualità dell’aria e dell’acqua e in sostanza del mondo in cui viviamo. Penso però che ci siano soluzioni esistenti, da ritrovare in realtà come la vostra, che già propongono un modello alternativo di produzione e di consumo, di relazioni con il territorio ma anche di relazioni in senso ampio e di socialità. Di fronte all’immensità dei temi che sollevate, penso quindi che l’unica soluzione sia quella di partire dalle esperienze pratiche, da una sperimentazione costante e da una ricondivisione dei saperi. Forse non è una soluzione rapida ed efficiente, ma la rapidità e l’efficienza sono quello che ci ha portato qui. Mi rendo anche conto che è una risposta molto limitata, perché penso che in verità, su questi temi, voi abbiate molte più risposte di me. Ma penso che sia importante anche riconoscere quando si ha davanti un interlocutore capace di offrire delle risposte, e forse è questa la cosa migliore che potrei offrire se vincessi le elezioni. Il riconoscimento dell’esperienza che portano realtà dal basso come CampiAperti – Associazione per la Sovranità Alimentare, e la consapevolezza che abbiamo bisogno di voi per trovare delle risposte. #sovranitàalimentarebologna21ArvaiaCamilla :: emporio di comunità
Giorgio Pirazzoli – candidato di Coalizione Civica
L’emergenza climatica è un problema che riguarda tutte e tutti noi, il campanello d’allarme sta suonando da un po’ troppo tempo per poter fare finta di nulla, ed è il caso di renderci conto come cittadini urbani che non viviamo in una bolla, ma all’interno di un ecosistema naturale che dobbiamo difendere, e come possiamo difenderlo? Con le nostre scelte.“Il futuro è una scelta”, come recita il titolo della nostra campagna di Coalizione Civica Bologna per Matteo Lepore Sindaco, e una scelta che possiamo fare con impegno, ma pure con piacere è quella di scegliere per noi e per le nostre famiglie un cibo prodotto localmente, in modo sostenibile, il cui trasporto non impatta l’ambiente, ma anzi ci aiuta a difenderlo.Il primo mercato contadino di Bologna nasce dall’eperienza avanguardistica di XM24, un centro sociale che portava proprio il nome di un eX-Mercato e tante altre realtà ha gemmato questa esperienza, questa pratica di incontro tra produttori e co-produttori in questi venti anni: pochi sanno che oggi a Bologna esistono venti esistono venti mercati contadini!Il ruolo della prossima amministrazione deve essere quello di sostenere queste realtà, di facilitare le pratiche burocratiche per la gestione degli spazi, dei posteggi, delle eventuali pedonalizzazioni per la loro realizzazione, ma soprattutto ancora di più di promuovere questa rete come SERVIZIO PER LA CITTADINANZA: un servizio diffuso già oggi in 6 quartieri su 6 e presente 7 giorni su 7 alla settimana.Una realtà quella delle reti contadine locali, che non è solo complementare alla grande distribuzione, ma è profondamente alternativa e potenzialmente sostitutivo, perché non solo ci da prodotti più freschi della grande distribuzione ma ci da altri valori aggiunti: sostegno all’economia locale, presidio del territorio vicino (o dentro) alla città, minore impatto nell’ambiente nella produzione e nella distribuzione, sostegno alla biodiversità e difesa della nostra sovranità alimentare.E non solo questo: come candidato consigliere comunale mi impegno per censire i luoghi dismessi che siano terreni o stabili, che siano privati o pubblici, perché possano tornare a vivere con nuove funzioni agricole e artigianali. Alcune misure possono essere prese dalla futura Amministrazione Comunale per facilitare un processo di rivitalizzazione degli spazi dismessi. Ad esempio promuovendo la coltivazione di orti non solo su terreni pubblici ma anche su terreni privati incolti, ed ancora incentivando i proprietari di spazi dismessi ad un nuovo utilizzo per trasformarli in laboratori artigiani, botteghe di prodotti locali, ma anche co-working, spazi temporanei per l’arte, luoghi che siano presidi di vitalità nei nostri quartieri.Un’enorme possibilità sarà quella di legare la cultura gastronomica così caratteristica per il nostro territorio e per il nostro nome, Bologna e l’Emilia-Romagna, in un patto con chi si occupa davvero della produzione locale, in quel così ben variegato territorio che è il nostro: la prossima amministrazione dovrà promuovere un marchio di qualità per i ristoratori che si impegnano a valorizzare cibi locali, e che magari riconoscano anche il valore della garanzia partecipata contadina.E infine occorre riprogettare un servizio nelle mense scolastiche che includa davvero prodotti e produttori locali, con un protocollo rinnovato che includa la possibilità di trasformazione direttamente negli istituti scolastici, a partire dai nidi dove è già possibile, per non dare solo uno sbocco all’agricoltura locale, ma per fare educazione nei luoghi dell’educazione.Questi semi sono i miei #buonipropositi per una Bologna agroe-ecologica per la #sovranitàalimentarebologna21CampiAperti – Associazione per la Sovranità Alimentare
Detjon Begaji – candidato Coalizione Civica
12 maggio del 2013, ex caserma Masini occupata.Con questa foto che ritrae i lavori di costruzione di “Orteo”, l’orto urbano di Làbas in via Orfeo, raccolgo il sasso gettato da CampiAperti – Associazione per la Sovranità Alimentare ai candidati e le candidate in queste elezioni amministrative bolognesi a partire da questo documento https://www.grandeesodo.org/documenti-sovranita-alimentare/ Vado sinteticamente per punti:1. Il documento della Rete per la Sovranità Alimentare deve rappresentare la mia (e la nostra) idea di città. Vicolo Bolognetti ha ospitato l’assemblea della Rete stessa (che in parte ho seguito) e il documento è entrato a far parte del “Piano per una Rivoluzione Ambientale a Bologna” redatto dalla Rete delle Lotte Ambientali Bolognesi che ho contribuito a fondare. Rete che ovviamente ha la sua forza e autonomia, da salvaguardare, rispetto alle vicende di queste elezioni amministrative. Tra le altre cose, con Irene, la mia compagna, ci siamo associati a Camilla :: emporio di comunità come nucleo ormai tre anni fa.2. La lotta portata avanti dagli spazi sociali occupati e/o autogestiti è stata fondamentale per affermare e radicare i mercati contadini in città e viceversa i mercati sono stati decisivi nel rafforzare e saldare le comunità aggregate attorno a questi spazi. Oggi Bologna è ricca di mercati, anche molto diversi fra loro, perchè c’è stata una lunga “battaglia d’avanguardia”, radicale e generosa. 3. Nel penultimo Consiglio del Quartiere Santo Stefano di questo mandato, nel pieno della polemica sulla volontà dell’amministrazione (o di qualcuno di essa…) di mettere a bando gli spazi dei mercati dove ha operato Campi Aperti, sono riuscito a far passare un ordine del giorno dove si riconosceva l’importanza dell’esperienza pregressa di Campi Aperti nei luoghi dove opera mettendo facendo in modo che il Quartiere la valutasse positivamente. Sull’avviso pubblico l’amministrazione ha poi fatto un passo indietro, grazie alla mobilitazione delle persone e ad una partecipata raccolta firme.4. C’è molta ignoranza, anche nella politica e tra gli amministratori, sulle norme che regolano i mercati contadini. Purtroppo l’ho constatato nelle stesse discussioni consiliari. Ci si continua a chiedere se si possono somministrare bevande, trasformati, pasti riscaldati. La semplificazione in tal senso e le pressioni per adeguare le norme a livello Regionale sono un passaggio fondamentale come viene richiesto dal documento stesso.5. Tra le tante proposte che vengono fatte e che si possono leggere nel documento ne cito due che ritengo urgenti: riconoscere i Sistemi di Garanzia Partecipata e istituire un tavolo per trovare soluzioni ecologiche che permettano ai produttori di raggiungere i luoghi dei mercati senza impattare sull’ambiente.6. ANEDDOTO: dato che nel documento si parla della questione delle sementi, mi è venuto in mente che nel marzo del 2014 ero a protestare all’EFSA di Parma, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare per contestarne le politiche sugli ogm. Portammo verdure biologiche occupammo simbolicamente la sede ma ci fu una risposta ingiustificamente dura da parte delle ffoo. Un agente addirittura estrasse la pistola, poi sfuggitagli di mano e caduta a terra nello sconcerto generale.7. SPOILER: Ho redatto un progetto assieme a due architetti per gli usi temporanei e ortivi dell’ex caserma Masini per dare corpo agli ordini del giorno che siamo riusciti a far passare a riguardo. Ma non posso dirvi altro.p.s. Anch’io ho zappato certo, ma merito della creazione di Orteo va ai miei compagni che con fatica, pollice verde, cura e dedizione lo hanno reso reale e non solo un sogno un po’ folle.#sovranitàalimentarebologna21
Simona larghetti – candidata Coalizione Civica
Siete da sempre una risorsa incredibile per la città. Sono venuta a Bologna da studentessa nel 2005 e mi sono sentita benvenuta solo la prima volta che ho messo piede al Vag. Da figlia di uno dei primi agricoltori biodinamici italiani, mangiare qualcosa di locale e di stagione è sempre stata per me l’unica opzione. Nel mio impegno da consigliera comunale, se eletta, vorrei fare tutto il possibile per creare le condizioni che permettano a chiunque di accedere a un modello di acquisto che renda dignità a chi produce e chi mangia. Pronta a confrontarmi con voi sulle iniziative pratiche ed espormi politicamente e pubblicamente su questo. Ne va della sopravvivenza del territorio e della comunità.
Nel 1978 mio padre si avvicinò all’agricoltura biologica e biodinamica. Oggi la sua azienda, Forno il Certello, produce circa 30 quintali di pane alla settimana con farine prodotte nella sua azienda agricola, nel Montefeltro. Sono cresciuta con l’idea che si mangia quello che si produce, di stagione, secondo i ritmi della natura. Anche oggi che ho due figli e cucino ogni giorno per quattro (ma posso arrivare a sessanta senza problemi!) l’unico lusso che non mi faccio mai mancare è quello di acquistare frutta e ortaggi biologici prodotti a non più di 15 km da Bologna.Da quegli anni in cui mio padre veniva trattato da stregone siamo passati alle linee biologiche nelle grande distribuzione imballate nella plastica con grande spreco di risorse.Quello che c’è in mezzo a questi due scenari sono le realtà produttive locali riunite in modelli di produzione e vendita sperimentali che sono una realtà concreta e sostenibile già per migliaia di famiglie: i 24 mercati contadini, come quelli di Campi Aperti, accreditati tramite un sistema di Garanzia Partecipata che non grava sull’economia del produttore, o le cooperative di comunità come Arvaia e Camilla.In un futuro in cui la siccità, i cambiamenti climatici e le pandemie renderanno insostenibile il modello agroindustriale, rischiamo di rimanere senza cibo. Investire nella produzione e nella vendita locale non sarà più una scelta etica, ma una scelta obbligata per la sopravvivenza alimentare della comunità urbana: dobbiamo recuperare terreni pubblici per l’agricoltura urbana, per gli orti popolari, dobbiamo dare spazi, risorse e facilitazioni normative a chi ci dà ogni giorno da mangiare.#sovranitàalimentarebologna21
Fatima Edouhabi – candidata lista Mattteo Lepore sindaco
Condivido e sostengo queste forme di iniziative, oltre le ripercussioni positive su ambiente e territorio ne giova anche la partecipazione attiva della cittadinanza. E sono abbastanza convinta che si può far di più (senza togliere niente a nessuno).
Domenico Isola – candidato Coalizione Civica
Penso che nel riscrivere i regolamenti si debba tener conto di ciò che sta “dietro ” un mercato contadino. Non si tratta semplicemente di regolamentare i punti vendita di prodotti alimentari; si tratta di scegliere tra una agricoltura che distrugge il territorio e una che lo preserva e valorizza, tra chi sfrutta il lavoro sottopagato e chi riconosce la dignità e il giusto guadagno del lavoratore. …un impegno e una sfida per la prossima giunta comunale, sperando in una inversione della rotta che ha portato all’apertura di troppi supermercati a scapito di negozi e mercati di prossimità.
Alessandro Pulga – candidato Europa verde
Sono uno dei candidati della lista di Europa Verde Bologna. Nella vita mi occupo della certificazione dei prodotti biologici. Ritengo che le vostre proposte siano molto concrete e in linea con il nostro programma. Vi riporto solo un piccolo stralcio che evidenzia i nostri principi guida. “Pensiamo che l’approvvigionamento di cibo non passi solo dai supermercati, sui quali hanno puntato prioritariamente le precedenti amministrazioni, creando un modello per cui le persone sono necessariamente orientate a considerarli anche luoghi culturali e di socialità, da raggiungere in auto. Pensiamo che i mercati contadini biologici, già attivi in città, svolgano un ruolo significativo per la divulgazione di comportamenti etici, responsabili e sostenibili e vadano sostenuti anche perché consentono alle aziende agricole, prevalentemente a conduzione familiare, di avere un reddito dignitoso attraverso la vendita diretta e il rapporto con il consumatore.Intendiamo perciò dare valore ai mercati contadini biologici sia per garantire prezzi equi agli agricoltori locali sia per dare diritto ai cittadini di procurarsi facilmente alimenti freschi, locali e sostenibili. La campagna deve tornare nella città preservando le aree agricole periurbane per l’approvvigionamento alimentare.Pensiamo anche che la pandemia abbia mostrato tutta la fragilità del sistema di approvvigionamento alimentare. Si rende perciò necessario sviluppare un modello diverso volto a perseguire la sovranità alimentare ovvero la capacità di un territorio di essere autonomo nei propri bisogni primari.”Tra le diverse azioni concrete che abbiamo previsto segnalo le seguenti:1) Creare aziende agroecologiche nelle aree periurbane, anche attraverso il recupero e la valorizzazione di terreni e di case coloniche di proprietà comunale. 2) Attivare corsi di formazione per cittadini/e, con particolare attenzione per i partecipanti ai bandi comunali relativi agli orti urbani, in cui vengano spiegati i princìpi della agroecologia e della gestione biologica della produzione orticola. 3) Promuovere i Distretti Biologici nelle aree agricole della Città metropolitana, perseguendo la sovranità alimentare e puntando a migliorare la qualità nelle mense delle scuole e degli ospedali, per una alimentazione sostenibile.E’ chiaro che i nostri candidati se eletti e messi nelle condizioni di collaborare alla amministrazione della Città non potranno che sostenere le soluzioni che voi stessi avete proposto.
Marta Collot – candidata sindaco per Potere al Popolo
La storia di Bologna è cesellata di amministrazioni progressiste esemplari, capaci di apportare quelle riforme (quando ancora questa parola non era stata “rapita” nel campo avversario) necessarie per affrontare i momenti difficili, per superare gli ostacoli determinati dalla brutalità della guerra, del mercato, e per offrire alternative dirompenti nel segno della solidarietà e dello sviluppo sostenibile. Per questo ho molto apprezzato, in questi tempi caratterizzati da stravolgimenti epocali, che gli amici di Campi Aperti abbiano fatto esplicito riferimento al sindaco Zanardi tra le righe delle lettere con cui hanno invitato noi candidati al Consiglio Comunale di Bologna a riflettere su alcune proposte di buon senso che pure sembrano tanto difficili a realizzarsi.Le proposte da loro avanzate ai candidati, in linea con il “progetto per la sovranità alimentare”, sono, ancora una volta (già ci eravamo espressi in maniera più complessiva ai tempi delle elezioni regionali), occasione per immaginare una Bologna futura, una città in cui la polis prende le redini del comando sull’economia e disegna un avvenire in cui non si abbia paura di lasciarsi le contraddizioni del passato alle spalle. Lo scenario che invece vediamo aprirsi davanti a noi a Bologna va esattamente nella direzione opposta: da anni esercitiamo pratiche di resistenza a tutti i tentavi sistemici dell’amministrazione uscente, e della sua proiezione futura incarnata dal suo assessore-simbolo, di disarticolare i freni che finora hanno arginato la libera azione dell’interesse privato e la sua spinta a divorare il tessuto eco-sociale che ha intorno.La stessa istituzione della Città Metropolitana è stata occasione per mettere il territorio a disposizione del grande capitale, e ora si vorrebbe procedere accelerando sulla realizzazione dell’autonomia regionale, il progetto politico precursore di quell’unità di intenti del Partito Unico degli Affari oggi sublimata dal governo Draghi, dalla gestione privatistica dei fondi del PNRR e delle riforme che lo accompagnano. Quali effetti concreti si stanno producendo sul territorio bolognese a conseguenza di tutto questo? Il cambio di destinazione d’uso dei terreni a favore della speculazione edilizia, di nuovi hub in mano alle multinazionali della logistica o delle monoculture; un mercato degli affitti in mano ai palazzinari; la distruzione di fabbricati che, tra l’altro, ospitavano i mercati contadini, in favore di operazioni immobiliari (va da sé che mi riferisco a quell’oasi nel cemento rappresentata dall’esperienza di Xm24). Riassuntiva di questi processi, è l’urbanizzazione dell’area nord della città, senza vincoli, attraverso la dismissione di asset pubblici strategici come le ex aree demaniali delle caserme militari e attraverso la realizzazione di imponenti opere come la linea rossa del tram per condurre alla Disneyland del cibo i turisti atterrati con i nuovi voli Ryanair in un aeroporto che già impatta direttamente sull’area urbana, ma che ora è anche collegato con una inutile monorotaia a carico delle tasche pubbliche…Come ha scritto Mauro Boarelli, vige oggi in città il mito della “mitigazione”, il quale non è solo un escamotage per giustificare opere ingiustificabili (su tutte il Passante), ma è anche una metafora che descrive la rinuncia a costruire un punto di vista differente sulla città. Ed è così che a sua volta il comando capitalistico può agire attraverso il paradigma della “finzione”: fingere di progettare una città progressista mentre ci si muove in senso inverso, come abbiamo visto. A questa finzione, volano di una generale operazione di attacco alla città, dobbiamo attrezzarci per rispondere, perché siamo chiamati a intervenire sulle urgenze del nostro tempo – tutt’altro che finte ma anzi estremamente concrete. Quelle urgenze che Campi Aperti ha ben individuato: per affrontare l’emergenza climatica, produrre cambiamenti efficaci per contenere le emissioni clima alteranti, la distruzione dell’ambiente e della biodiversità, noi crediamo sia necessario avere il coraggio di immaginare una città nuova, processi decisionali in favore dell’utile collettivo, un bilancio pubblico che sia tale, un confronto civico che sia democratico e regolamenti amministrativi che realizzino l’interesse della maggioranza. Le proposte programmatiche di Campi Aperti sono tasselli di un mosaico che può essere composto solo su queste basi, e possono essere – loro sì – il volano per mettere in sinergia bisogni dal basso e progetti generali in grado di realizzare l’interesse collettivo, e di disegnare quella che abbiamo definito la Città Pubblica.
Giovanni Dinelli – candidato Europa verde
Mi chiamo Giovanni Dinelli, sono professore ordinario di agronomia generale presso l’Università di Bologna e candidato alle prossime comunali per EUROPA VERDE. Non solo condivido al 100% quanto da voi riportato, ma lo ho anche inserito nel mio programma elettorale, che ho pubblicato ben prima di questo vostro post. Vi ho anche citato esplicitamente nel mio programma. https://www.facebook.com/giovanni.dinelli.1/posts/3111890239043122
Davide Celli Valentina Marassi – candidati per Europa verde
Produci il tuo cibo, salva il pianeta!Coltivare un orto è SANO
SOSTENIBILE
RIVOLUZIONARIO!#3e4ottobre#sovranitàalimentarebologna21#bolognahttps://www.youtube.com/watch?v=f6gPaGfGLXc