8 Marzo e Sovranità Alimentare

“Oggi non lavoro, oggi non mi vesto, rest@ nud@ e manifesto”

Oggi sciopero rivendicando uno dei miei diritti costituzionali, ormai diventati qualcosa da stracciare e o mettere in secondo piano.

Cosa c’entra la celebrazione della Giornata Internazionale della Donna con la Sovranità Alimentare?

Io vedo una corda ben salda che lega tutte e tutti coloro che si ribellano al sistema capitalista, partendo dalle lotte ecologiste, passando per le lotte di genere, alle lotte a sostegno dei migranti, alle lotte per i diritti sul lavoro, i diritti alla salute, all’informazione e all’educazione.

Nel corso della mia transitorio passaggio in questo pianeta ho conosciuto la militanza politica in diverse forme: essa è maturata insieme alla maturazione del mio pensiero, all’immagazzinamento di informazioni e alla pratica della esperienza concreta.

Io sono arrivata alla conclusione che la sovranità alimentare potrebbe essere un sistema valoriale e politico attorno al quale una comunità di persone si lega e si stinge, in un rapporto inclusivo che tende a scardinare ogni logica di discriminazione in favore di una reale partecipazione alla vita sociale della comunità stessa. Penso che l’attuazione del modello “Sovranità Alimentare” potrebbe da solo risolvere i problemi delle altre lotte, perchè li sorpasserebbe.

Non voglio dilungarmi nelle spiegazioni in merito a questa mia affermazione, non adesso almeno.

Vorrei invece condividere una mia esperienza, che avvalora quanto sto sostenendo.

Oggi sciopero. Oggi sciopero perchè lavoro all’interno di un sistema malato, che ritiene più importante il profitto rispetto alla dignità delle persone. Dicasi Supermercato.

Qualche tempo fa un mio collega è stato sospeso dal lavoro e poi spostato a 60 km di distanza. La sua colpa è stata quella di aver rubato, secondo i dirigenti aziendali, due pancette per un valore che non supera i 4 euro (valore di vendita di non di costo). Tutto il personale e anche le rilevazione dei carabinieri chiamati dall’azienda (sì avete capito bene, l’azienda ha chiamato i carabinieri per questo) hanno testimoniato che il mio collega ha aspettato 12 minuti prima di poter pagare perchè la collega in cassa era impegnata. Aspettando e parlando con la guardia poi il mio collega si è dimenticato del suo fantomatico bottino ed è uscito. Questo gli è costato due settimane di sospensione, quindi due settimane di retribuzione e il trasferimento ad altro negozio. La Giustizia equa della capitale.

Al suo posto, hanno assunto un essere che era stato precedentemente licenziato da un’altra catena della Grande Distribuzione Organizzata perchè aveva picchiato la compagna dell’epoca. L’azienda conosce i fatti ma l’essere è ancora al suo posto.

Oggi sciopero. Sciopero perché mi fa schifo lavorare per un’azienda che tra un sospetto furto e lesioni aggravate ritiene più grave il primo reato. Sciopero perchè viene tolto il rispetto ad ognuna di noi, quando il profitto diventa un valore, anzi il valore più importante da difendere e tutelare a scapito di ogni forma di rispetto per la dignità umana. Sciopero perchè sono schiava del reddito e nonostante questo schifo devo continuare a lavorare per questa azienda per poter campare, ma voglio sottrarmi per almeno un giorno alla schiavitù.

Oggi sciopero per denunciare che la Grande Distribuzione Organizzata promuove una campagna di raccolta fondi a sostegno del telefono Rosa e poi assume i nostri carnefici. Oggi sciopero perchè non ci sto. Non ci sto a sostenere l’importanza del profitto e del denaro sopra ogni essere vivente.

Sono felice perchè altre colleghe e altri colleghi hanno scioperato. Disgustati da questo sistema capitalista che assorbe ogni valore comunitario e lo scioglie in nome del Dio Denaro.

Spero che tutte e tutti noi oggi ci uniremo nello sdegno. Spero che prima o poi tutte e tutti noi sciopereremo ogni giorno contro la Grande Distribuzione Organizzata, scegliendo luoghi comunitari di scambio, dove i diritti sono i valori che guidano le scelte. Dove le persone hanno pari dignità e nessuna distinzione di genere.

Un saluto ad Erriquez che ci ha regalato delle grandi canzoni di rivolta sui temi dell’ecologismo e delle parità di genere. Che la terra ti sia lieve.

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